Malattie dei denti e della bocca

 

Patologie dentali

malattie dei denti carie

In questa pagina del portale CheDenti.it andremo ad analizzare sinteticamente le malattie o meglio le patologie che possono interessare l'apparato dentale.
Un controllo periodico dei denti e della bocca da parte del proprio dentista (almeno una volta all’anno) e una corretta igiene dentale è importante per chi voglia evitare malattie della bocca e dei denti. L’igiene dentale è importante e va fatta lavandosi i denti 2-3 volte al giorno (mattina-pomeriggio e sera) dopo i pasti. Inoltre è appropriato l’uso del
filo interdentale per pulire gli spazi interstiziali. L’uso del filo interdentale, dello spazzolino e del colluttorio servono a prevenire il formarsi della placca e del tartaro.

La placca è una pellicola di batteri e zuccheri che si forma sui denti. I batteri che proliferano nel cavo orale attaccano lo smalto dei denti fino a romperlo e si forma così la carie. Il tartaro non è altro che la placca indurita formatasi in prossimità o sotto il margine gengivale. A sua volta il tartaro favorisce lo svilupparsi della placca causando problemi gengivali. A differenza della placca che è inodore e incolore, il tartaro assume un colore brunastro e può essere tolto solo dal dentista con una perfetta pulizia dei denti anche nella zona sotto il margine gengivale.

Un altro aspetto importante è l’alitosi, originata dalla placca e dai batteri presenti nella bocca. L’alitosi è generalmente provocata da alcuni cibi, dall’alcool e dal fumo.
Se avete un problema di alitosi, conviene recarsi dal vostro dentista, che dopo avervi visitato e capito le cause del disturbo, potrà consigliarvi nella scelta dei prodotti di igiene orale che vi permetteranno di risolvere il problema. 

 

 

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La placca batterica, come abbiamo già detto, può provocare la carie che può causare terribili mal di denti. Questa è una malattia che colpisce il tessuto duro del dente fino ad arrivare alla polpa che però non viene intaccata. La placca, se non viene rimossa, è anche la causa della gengivite.
Le gengive si gonfiano e si arrossano e durante l’uso dello spazzolino e del filo interdentale sanguinano. Inoltre le gengive si restringono e il dente sembra più lungo. Se non viene curata, la
gengivite degenera in paradontite, provocando danni permanenti ai denti. La malattia  paradontale (detta anche piorrea) è un’infezione batterica che attacca il paradonto. Vengono interessati gengive osso e tessuti di sostegno dei denti. La malattia paradontale è, nelle persone adulte, una delle cause di perdita dei denti.

 

Anomalie dentali numeriche e morfologiche

Nella categoria "Patologie dell'apparato dentario" sono da considerare anche
a) le anomalie dentali numeriche: nel caso in cui ci si trovi in assenza totale o parziale (agenesia dentale o dentaria) di denti o viceversa un loro aumento (iperondozia).

b) le anomalie dentarie morfologiche: nel caso in cui si è in presenza di anomalie del singolo dente, anomalie che possono colpire tutti i costiuenti del dente o solo una parte, corona, radice, polpa, smalto.

 

Elenco delle principali patologie dell'apparato dentale

Le malattie principali che interessano i denti sono la carie dentale e la parodontopatia o parodontite, ma ne esistono altre non meno importanti.

Prima di scoprire quali sono tutte le malattie dentali più frequenti, spendiamo ancora due parole per la prevenzione e l’igiene dentale ponendovi di fronte questa volta ad un elenco sintetico di consigli da ricordare a memoria.

“Prevenire è meglio che curare” resta il motto prezioso che vale anche e soprattutto per la salute dei denti.

 

 

I denti e l’igiene dentale

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L’igiene dentale deve essere costante e corretta.

Ecco alcuni consigli:

  • Spazzolare i denti dopo i pasti, specie dopo quello serale (2-3 minuti dopo aver finito di cenare);

  • Utilizzare uno spazzolino dalla testina piccola con setole artificiali e di durezza media, in grado di lavorare in tutte le zone della bocca, da sostituire ogni 2 mesi;

  • Manovrare lo spazzolino in senso verticale pulendo con cura tutti i denti (anteriori e posteriori);

  • Completare l’igiene orale usando regolarmente il filo interdentale o lo scovolino per eliminare la placca batterica nelle zone interdentali, lì dove lo spazzolino non può arrivare;

  • Utilizzare un dentifricio al fluoro, sostanza che previene la carie.

 

Altri consigli utili

  • Evitate il fumo;

  • Limitate il consumo di dolciumi ed altri alimenti ricchi di zuccheri;

  • Seguite una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura, cibi contenenti vitamine (C, A, D) e minerali (calcio, fosforo, potassio, sodio, magnesio, ferro) essenziali per la salute dei vostri denti;

  • Sottoponetevi ad una pulizia dei denti professionale ed a controlli periodici regolari dal dentista per risolvere in tempo eventuali malattie che interessano i denti e le gengive.

 

Carie dentale

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E’ un processo distruttivo del tessuto duro, la patologia che colpisce maggiormente i denti.

Inizia dallo smalto, si espande alla dentina, poi alla polpa dentaria che, una volta infiammata, va incontro gradualmente ad un processo di morte del tessuto (necrosi) diffondendosi anche al parodonto, costituito dai tessuti di sostegno del dente.

 

Cura della carie

La cura della carie consiste nel rimuovere la parte del dente compromessa dalla stessa e nell’eseguire l’otturazione per sigillare tutte le fessure ed i canalicoli provocati dai batteri.

Se la carie, una volta raggiunta la dentina, ha iniziato il processo demolitivo nella polpa dentale, l’otturazione non può essere più eseguita. Sopraggiungendo la pulpite sarà necessaria la devitalizzazione.

Se la carie avanzata evolve in granuloma o cisti dentaria, bisognerà ricorrere alla devitalizzazione, cura antibiotica o apicectomia.

Nei casi estremi, è inevitabile l’estrazione del dente.

 

Parodontopatia (o parodontite)

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E’ causata principalmente da scarsa igiene orale anche se può riguardare determinate malattie sistemiche oppure l’assunzione di certi farmaci.

La parodontopatia è un’infiammazione delle strutture che fissano il dente nella sua sede: ha inizio dalle gengive (gengivite), poi si estende ai tessuti che sostengono il dente.

Non curata in modo adeguato, la parodontite  può evolversi in piorrea con conseguente recessione gengivale (gengive ritirate), allentamento e perdita dei denti.

La gengivite può essere provocata anche da traumi come spazzolature troppo vigorose o da irritazioni locali derivanti, ad esempio, da protesi non corrette.

 

Cura della parodontite

La parodontite va curata tempestivamente, non appena compaiono i primi sintomi della malattia.

Esistono cure farmacologiche o trattamenti odontoiatrici.

I farmaci indicati per la cura della parodontite sono:

  • i FANS (antinfiammatori non steroidei) per alleviare il dolore e l’infiammazione gengivale come Ibuprofene (ad esempio, Brufen, Moment, Subitene), acido acetilsalicilico (Aspirina, Vivin C, salicina, Ascriptin), Naproxene (Aleve, Naprosyn, Prexan, Naprius);

  • farmaci corticosteroidi antibatterici come Doxiciclina (Periostat, Miraclin, Doxicil, Bassado), Cefotaxima (come Aximad, Lirgosin, Cefotaxima, cefalosporina di terza generazione), Clorexidina (Golasan colluttorio, Disinfene crema, Clorosan tabs).

 

I rimedi odontoiatrici per curare la parodontite sono:

  • rimozione di placca e tartaro (detta detartrasi) da denti e gengive;

  • levigatura radicolare ovvero rimozione del tartaro che si nasconde sotto la gengiva, vicino le tasche parodontali.

 

Nei casi in cui non risultano efficaci né i farmaci né i rimedi odontoiatrici, occorrerà intervenire con la chirurgia dei lembi, innesto osseo o innesti di tessuto molle.

 

Ascesso dentale

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L’ascesso dentale, raccolta di pus causato da infezione batterica, può coinvolgere i denti, le gengive e addirittura l’osso su cui poggia il dente.

Può essere parodontale (se coinvolge gengiva, legamento, osso) oppure periapicale (se compromette la polpa). La causa principale è la scarsa igiene orale ma può derivare anche da un elevato consumo di cibo o bevande zuccherate, da interventi chirurgici malriusciti, da alcolismo, fumo o sistema immunitario indebolito. Provoca dolore intenso a dente, gengiva, orecchio, mascella, collo, ma anche sensibilità a freddo/caldo, emicrania, alito cattivo, gonfiore e può portare febbre, problemi di deglutizione e respirazione.

Nei casi estremi, può portare complicazioni gravi come la sepsi, infezione diffusa in tutto il corpo che può essere fatale.

 

 

Cura dell’ascesso dentale

La cura di un ascesso dentale deve essere tempestiva. In attesa della visita specialistica, si possono assumere antidolorifici come l’ibuprofene oppure il paracetamolo.

Prima di risolvere, sarebbe bene mangiare cibi morbidi, usare uno spazzolino morbido evitando momentaneamente l’utilizzo del filo interdentale, evitare cibi troppo freddi o troppo caldi e fare sciacqui con acqua tiepida e sale.

Dopo la diagnosi, il dentista potrà decidere una terapia antibiotica o potrebbe essere necessaria la devitalizzazione, l’estrazione del dente, l’incisione della gengiva e drenaggio dell’ascesso.

 

Alveolite dentale

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L’alveolite è un’infiammazione dell’osso alveolare ovvero la cavità ossea dove hanno sede le radici dei denti. In gran parte dei casi, è una complicanza dovuta all’estrazione del dente del giudizio mal eseguita o difficoltosa (ad esempio se un dente da estrarre presenta carie profonde, granulomi, cisti, pulpiti), ma si verifica anche dopo l’estrazione di un qualsiasi altro dente (soprattutto un molare).

E’ molto fastidiosa e dolorosa ma è reversibile e non porta a conseguenze a lungo termine.

I soggetti più a rischio sono i fumatori sottoposti ad estrazione di un dente.

 

Cura dell’alveolite

L’alveolite non è una condizione grave ma è fastidiosa e lenta a guarire visto che coinvolge il tessuto osseo. In genere, tende a regredire da sé senza cure particolari e, talvolta, FANS come ibuprofene o naprossene non sempre risultano efficaci.

Alcuni rimedi possono velocizzare la guarigione come gli sciacqui con disinfettanti come clorexidina 0.2%, lavaggi con acqua ossigenata, applicazione di creme analgesiche locali come la lidocaina.

Il dentista potrebbe consigliare l’assunzione di un antibiotico (metronidazolo, clindamicina, lincomicina) per velocizzare i tempi di guarigione oppure potrebbe intervenire con il curettage, raschiamento della parte lesa per indurre un nuovo coagulo o, ancora, potrebbe rimuovere il frammento osseo infetto.

 

Bruxismo

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E’ la tendenza costante a digrignare i denti serrando vigorosamente la mascella che può avere come conseguenze dolore, disagi e danni ai denti.

Il bruxismo è causato da stress o ansia per il 70% dei casi, si verifica perlopiù nel sonno ma può capitare di digrignare i denti anche da svegli, in particolari momenti di tensione o di concentrazione.

Le altre cause sono:

  • Disturbi del sonno come apnee notturne;

  • Farmaci antidepressivi o antipsicotici;

  • Abuso di alcolici o di caffeina;

  • Fumo;

  • Uso di droghe (come la cocaina).

 

A lungo andare, il bruxismo persistente può causare dolore muscolare del viso (mialgia), mal di testa o di orecchie, tensione alle spalle, dolore e rigidità della mascella, disturbi del sonno, fratture, difficoltà ad aprire la bocca e, nei casi più gravi, il consumo dei denti.

Si può eliminare il disturbo risolvendo la causa che lo provoca.

 

Cura del bruxismo

Per curare il bruxismo bisogna curare la causa scatenante (ansia, stress, ecc.) attraverso trattamenti di psicoterapia mirati.

Si può rimediare e ridurre i danni con l’applicazione del bite, una protezione da applicare ai denti durante al notte per ammortizzare la pressione esercitata dalla mascella quando si digrigna interponendo una barriera fisica tra un’arcata e l’altra.

I bite somigliano a quelli usati dai pugili, sono realizzati in materiale plastico: sono disponibili in farmacia oppure possono essere fatti su misura dal dentista. Controllano efficacemente il disturbo anche se non lo curano.

Quando il bruxismo provoca dolori ed infiammazioni causati dalla tensione, si può ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene o miorilassanti per rilassare la muscolatura del viso.

 

Cisti dentaria

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E’ molto simile al granuloma ed è una complicanza della pulpite derivante da carie, traumi o pulpiti.

In base all’area interessata la cisti dentaria, che si presenta come una cavità patologica circoscritta (con epitelio di rivestimento pieno di fluido sieroso, mucoso o gassoso), può essere radicolare, follicolare o paradentaria.

Può essere causata anche da granuloma dentale, devitalizzazione o estrazione dentale mal riusciti.

 

Cura della cisti dentaria

Prima di decidere un trattamento mirato, è bene diagnosticare la cisti dentaria differenziandola da patologie come granuloma dentale, ascesso o neoformazioni tumorali.

Per stabilire se si tratta di cisti dentale benigna o tumore, è necessario eseguire la biopsia asportando un lembo di tessuto per un controllo istologico in laboratorio.

E’ necessario accertare la cisti anche tramite radiografia specifica (ortopantomografia).

Il trattamento varia a seconda della sede, della gravità della lesione, del contenuto cistico.

Talvolta, è necessaria la rimozione chirurgica (apicectomia), altre volte basta il drenaggio, ma nei casi più gravi è necessaria l’estrazione del dente.

 

 

Denti sensibili

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I denti sensibili provocano stimoli dolorosi acuti e pungenti ogni qualvolta entrano in contatto con cibi freddi o caldi, acidi o dolci oppure in altre occasioni: pulizia dei denti troppo energica, pressione dovuta alla masticazione.

 

L’ipersensibilità dentinale può essere causata da:

  • Carie iniziale o avanzata;

  • Incrinatura di un dente (per trauma o microtraumi ripetuti);

  • Infiammazione gengivale;

  • Recessione gengivale (malattia parodontale);

  • Lieve denudazione delle radici dei denti;

  • Igiene orale aggressiva o scarsa;

  • Uso scorretto del filo interdentale;

  • Bruxismo (digrignamento notturno);

  • L’azione degli acidi gastrici (per reflusso gastrico o nei soggetti bulimici);

  • Assunzione di bevande o cibi acidi.

 

Cura dei denti sensibili

Se i denti sensibili non sono associati ad altre patologie (fratture, parodontosi, carie), possono essere curati con l’utilizzo di colluttori e dentifrici specifici, che contengono fluoro, cloruro di stronzio, mitrato di potassio e zinco citrato. Alcuni dentifrici al fluoro per i denti sensibili vanno spalmati senza sciacquare mentre altri contengono idrossiapatite contro ipersensibilità, placca, tartaro e carie.

Si può intervenire anche con l’applicazione nelle aree sensibili dello smalto di resine fluorate allo scopo di sigillare i tubuli dentinali oppure tramite dispositivi elettromedicali (laser, ionoforesi) per rimineralizzare i denti e chiudere i canalicoli.

In caso di recessione gengivale, un intervento di chirurgia specifico può offrire una nuova copertura della radice e protezione. La soluzione estrema è la devitalizzazione del dente.

 

Granuloma dentale

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Il granuloma che interessa i denti è un’infiammazione cronica non suppurativa e asintomatica dell’apice (la parte terminale) della radice e dei tessuti circostanti causata da carie avanzate, scheggiature o fratture dentali pulpiti non curate.

L’infiammazione, raggiungendo la polpa dentale, causa pulpiti e necrosi della polpa del dente.

Questa infezione non è accompagnata da formazione di pus. In fase avanzata, può dare origine ad ascessi dentali o fistole. Il granuloma dentale può essere provocato anche da una complicanza di piorrea, penetrazione nella gengiva di un corpo estraneo, complicanza di una devitalizzazione o di un’estrazione malriuscita.

 

Cura del granuloma dentale

Il granuloma dentale pur essendo asintomatico deve essere curato tempestivamente ed adeguatamente in quanto potrebbe, a lungo andare, provocare setticemia (una condizione estrema e fatale).

In presenza di un granuloma dentale, infezione cronica per la quale la terapia antibiotica risulta vana e superflua, il trattamento più indicato è la devitalizzazione.

In casi più complessi e gravi, per curarlo definitivamente si ricorre alla rimozione chirurgica dell’apice radicolare del dente compromesso (apicectomia) oppure all’estrazione del dente.

 

Piorrea

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Piorrea e parodontite sono sinonimi di un’infiammazione batterica, un’infezione gengivale grave che distrugge progressivamente tessuti molli ed ossa dei denti.

La piorrea può portare all’allentamento ed alla perdita dei denti. Ha origine dalla formazione di placca e tartaro: scatena la gengivite che lentamente si aggrava causando tasche parodontali pronte a distruggere osso e gengiva.

I sintomi sono: alito cattivo, gonfiore, dolore e sanguinamento gengivale al passaggio dello spazzolino, spazi interdentali, mobilità dei denti, recessioni delle gengive e, nei casi estremi, perdita dei denti.

 

Cura della piorrea

Essendo subdola, la piorrea inizialmente può essere asintomatica ed è per questo che è consigliabile un controllo periodico dal dentista.

Se non trattata tempestivamente, la piorrea può risultare irreversibile e portare alla perdita dei denti.

 

Il dentista curerà la piorrea attraverso:

  • Rimozione del tartaro e della placca dai denti e sotto le gengive (trattamento ad ultrasuoni);

  • Levigatura radicolare attraverso cui viene rimosso il tartaro nascosto sotto la gengiva;

  • Farmaci antibiotici per contrastare le infezioni batteriche delle gengive;

  • Chirurgia dei lembi, innesto osseo o di tessuto molle, rigenerazione tissutale quando le altre terapie risultano insufficienti ed inadatti a risolvere il problema.

 

I farmaci indicati per la terapia contro la piorrea sono:

  • Doxiciclina (come Periostat, Doxicicl, Miraclin, Bassado) indicata per le infezioni dei tessuti molli;

  • Clorexidina (Golasan colluttorio, Disinfene crema, Clorosan tabs) un farmaco antibatterico indicato anche per la cura delle gengiviti.

 

Qui invece puoi leggere i rimedi naturali per contrastare la piorrea.

 

Pulpite

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Comunemente, la pulpite è l’infiammazione del nervo (polpa) del dente. E’ responsabile delle cause più comuni del mal di denti. La polpa dentaria è la parte più interna, ricca di terminazioni nervose.

Il più delle volte, compare come conseguenza di una carie dentaria ma può verificarsi anche a seguito di traumi, parodontite, piorrea, bruxismo, scarsa igiene orale, ripetuti interventi invasivi, masticazione scorretta malocclusioni dentarie.

Porta dolore intenso, acuto e pulsante ed estrema sensibilità ai denti seppure, inizialmente, la pulpite sia asintomatica. Se non curata in tempo può causare parodontite, granuloma, ascesso, cisti risultando irreversibile.

 

Cura della pulpite

Il trattamento di una pulpite reversibile, non avanzata, consiste nella somministrazione di farmaci analgesici per alleviare il dolore (FANS o paracetamolo per dolori lievi/moderati, codeina od altri oppiacei per dolori acuti) e contrastare il processo infiammatorio.

Se l’infiammazione non viene adeguatamente trattata, i denti potrebbero subire un processo degenerativo-necrotico e, per risolvere, il problema, si renderebbe necessaria la devitalizzazione o estrazione del dente oppure rimozione parziale della polpa.

Nei casi di pulpite lieve e reversibile, potrà essere curata eliminando la carie.

 

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